Il suono della macchina per scrivere ha caratterizzato l’atmosfera degli uffici fino agli anni ’80 inoltrati, quando furono velocemente sostituite da computer e stampanti.
Nonostante siano appellate col termine “macchina”, si tratta evidentemente di strumenti pre-industriali, macchine “infernali” che sembrano provenire da un mondo di mostri tentacolari, dotati di dita e unghie, fauci e denti, domate in un ravvicinato corpo a corpo da abili operatrici.
Il loro suono è quindi la diretta emanazione della persona che le pilota: quasi una forma di espressione invece del rumore sordo e monotono di un motore.
Sono inoltre ricche di suoni ausiliari, non strettamente derivati dal loro funzionamento meccanico: il campanello di fine riga, il ‘carriage return’ ossia il violento ritorno a sinistra del carrello, il foglio di carta estratto dal rullo, le bacchette che si incastrano una sopra l’altra, etc.
Non sarebbe male stilare un “catalogo” dettagliato di tutti i suoni ottenibili: ottimo materiale per un musicista intenzionato ad usarle come strumento. La qual cosa è naturalmente già accaduta … esempio eclatante il brano orchestrale “The Typewriter” di Leroy Anderson. Qui nella interpretazione di Martin Breinschmid con la Strauß Festival Orchestra Vienna
Numerosi campioni del suo suono sono disponibili su internet.
Ad es. cercando via google video: typewriter sound
Spesso si tratta di pochi secondi, ossia offerti come ‘effetto audio’ riutilizzabile, ma purtroppo raramente qualificati per marca e modello.
Talvolta sono catalogati come ‘relaxing sound’, estesi ad ore di ascolto continuo. Il battere continuo dei caratteri viene quindi Interpretato come una sorta di rumore bianco, per la continuità sonora dovuta alla maestria delle dattilografe.
In alcuni casi è lecito tuttavia sospettare una generazione sintetica del suono e non una registrazione ‘dal vivo’, data la lunghezza sospetta, l’assenza di molti suoni caratteristici (es. l’estrazione della carta) e di qualche pausa fisiologica.
Qui una bella testimonianza audio/video di freetousesounds.com: una SMITH & CORONA del 1960 ‘suonata’ alla ricerca dei suoni caratteristici.
Ancora, ecco una Olivetti Typewriter letteralmente analizzata lungo il suo campo sonoro.
Il meritevole “museo” di testimonianze acustiche conservethesound.de – nella categoria typewriter – ci offre qualche esempio. Non molti … speriamo se ne aggiungano in futuro. In compenso sono ben accompagnati da altri “marchingegni” in categorie affini, come calcolatori da tavolo e computer.
Voce fuori dal coro (nel vero senso della parola) è la testimonianza di Michael Winslow, un attore e rumorista statunitense, che nel 2010 ha registrato una “History of the typewriter” in cui imita con la voce un numero impressionante di modelli storici di macchina per scrivere, in rigoroso e scientifico ordine cronologico. Ascoltabile su youtube
Siamo curiosi di scoprire altre testimonianze, prese da registrazioni dal vero (verosimilmente analogiche) o reperibili in archivi storici.
Ad esempio: registrazioni dal vivo, all’interno di grandi ufficio affollati da falangi di dattilografi, in grado di costituire impronte sonore di notevole efficacia.
Sospettiamo anche che siano ancora possibili delle registrazioni attuali, magari raccolte in paesi in cui, nel bene e nel male, i computer non sono ancora arrivati.