In occasione del centenario della nascita di Luigi Nono, posta all’ingresso del Castello Sforzesco di Vigevano una cassa diffonde la musica del compositore.
La musica di Nono si confonde fra i vari suoni dell’ambiente come quella prodotta da un telefono o come una qualunque musica di sottofondo. Operazione indubbiamente a dir poco blasfema: per forma, concezione e sonorità la musica di Nono è quanto di più lontano possa esserci dal mero intrattenimento musicale: impossibile farne tappezzeria sonora
Si crea dunque una tensione fra la forzatura in atto e una musica che non può e non vuole essere altro che se stessa, tenacemente destinata ad un ascolto attento e consapevole; ne emerge una presenza sonora discreta, inafferrabile ma percepibile, che un orecchio distratto potrebbe anche non rilevare, ma in grado di catalizzare su di sé l’ascolto di chi la accoglie.
Il passante abituale incuriosito, destato da questa ‘inconcepibile’ forma sonora è come spinto a prestare attenzione, nel tentativo di agganciare questi suoni e, almeno per un poco, riattivare l’ascolto